Analisi Cliniche

SARS-COV-2/FLU/RSV


In questa fase della pandemia abbiamo deciso di proporre  una nuova indagine molecolare che mira alla contestuale ricerca SARS-CoV-2/Flu/RSV.

Il test è una RT-PCR multiplex destinata alla differenziazione e al rilevamento qualitativo e simultaneo dell’RNA virale del virus SARS-CoV-2, del virus dell’influenza A, del virus dell’influenza B e del virus respiratorio sinciziale (RSV) in campioni da tampone nasale, tampone nasofaringeo o lavaggio aspirato nasale prelevati da individui con sospetto di infezione virale respiratoria. I segni e i sintomi clinici dell’infezione virale respiratoria  causata dal virus SARS-CoV-2, dai virus influenzali e dall’RSV possono essere simili.

I risultati consentono di identificare e differenziare simultaneamente l’RNA del virus SARS-CoV-2, del virus dell’influenza a, del virus dell’influenza B e dell’RSV in campioni clinici. I risultati positivi indicano la presenza del virus identificato, ma non escludono un’infezione batterica o un’infezione concomitante da altri patogeni non rilevati dal test.

L’influenza è un’infezione virale contagiosa delle vie respiratorie. I sintomi generalmente includono febbre, brividi, cefalea, malessere generalizzato, tosse e congestione dei seni nasali. Sebbene siano meno comuni, possono anche essere sintomi gastrointestinali (ovvero nausea, vomito o diarrea), specialmente nei bambini. La comparsa dei sintomi, in genere, avviene entro due giorni dal contatto con una persona infetta. La polmonite può insorgere come complicanza secondaria all’influenza, provocando un aumento della morbilità e della mortalità nelle popolazioni pediatriche, geriatriche e immunocompromesse.

Il virus dell’influenza A (Flu A) è il tipo più comune di virus influenzale nell’uomo; è generalmente responsabile delle epidemie influenzali stagionali e può causare pandemie.

Le infezioni dovute al virus dell’influenza B (Flu B) sono limitate per lo più all’uomo e con minore frequenza provocano epidemie. I virus Flu A si suddividono in sottotipi in base a due proteine di superficie: l’emoagglutinina (H) e la neuraminidasi (N). L’influenza stagionale è normalmente causata dai sottotipi H1, H2, H3, N1 e N2 del virus dell’influenza A.

Il virus respiratorio sinciziale (RSV), appartenente alla famiglia Pneumoviridae (precedentemente Paramyxoviridae) costituita da due ceppi (sottogruppi A e B), provoca anche una malattia contagiosa che colpisce prevalentemente minori e anziani immunocompromessi. Il virus  può rimanere infettivo per ore su pianali e giocattoli ed è in grado di causare infezioni sia delle alte vie respiratorie (come il raffreddore), sia delle basse vie respiratorie (come la bronchiolite e la polmonite). Entro i due anni di età, la maggior parte dei bambini è già stata infettata dall’RSV; tuttavia, poiché l’immunità sviluppata contro questo virus è debole, sia i bambini sia gli adulti rimangono vulnerabili a possibili infezioni future. I sintomi compaiono da quattro a sei giorni dopo l’infezione, l’infezione è generalmente autolimitante e nei minori ha una durata da una a due settimane circa. Negli adulti, l’infezione dura 5 giorni circa e si manifesta con sintomi corrispondenti a quelli del raffreddore, come rinorrea, affaticamento, cefalea e febbre. La stagione dell’ RSV è più  o meno simile a quella dell’influenza: l’incidenza aumenta infatti a partire dall’autunno per ridursi successivamente all’inizio della primavera.

Il test ha refertazione giornaliera.

 



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